Filippo Giustini
3 min readSep 24, 2022

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Come finisce la storia dell’Italia.

Sabato 24 settembre, 19.03. Mugello. Questo è un buon momento per scrivere qualcosa: sta piovendo, il buio sta calando. Sento il ticchettio della pioggia sulla grondaia dove teniamo la legna. Già, Marchisoro d’inverno si riscalda a legna, della sua legna: abbiamo un piccolo pezzetto di bosco, che ormai da diversi anni ci permette di riscaldarci ed utilizzare l’acqua calda grazie ad una caldaia a legna.

Comunque, in realtà sto scrivendo perché mi sono bevuto una tisana allo zenzero e all’arancia, non avevo voglia di cucinare e l’alternativa era prendermi un altro OKI: alla fine, forse, domani dovrei votare il partito dell’OKI. Non so se c’è, ho visto i programmi elettorali, tutti molto belli, il problema è che faccio marketing e so quando è il momento di vendere qualcosa, come farlo e che parole usare.

Ecco, hanno usato le parole giuste per raccogliere consensi e voti, gli italiani ci cascheranno ed ovviamente i partiti politici — tutti — disattenderanno le promesse fatte in campagna elettorale. E questo lo sappiamo già ancora prima di alzarci la mattina.

In realtà sappiamo anche che ci sono un sacco di cose che non vanno, ma alla fine, diciamoci la verità, stasera ci faremo un bello Spritz, ci mangeremo una pizza con gli amici, domattina faremo colazione al bar e leggeremo qualche quotidiano.

Già, perché poi alla fine mica dobbiamo farla noi la rivoluzione… o forse si? Cioè, noi dobbiamo cambiare le cose? Possiamo davvero cambiare le cose? Si, dai, forse ce la possiamo fare. No, non è vero.

Siamo governati da un circo in cui non ci sono né animali, né addestratori, né gabbie, né niente di niente. C’è solo il tendone: ecco, l’Italia è un tendone da circo, vuoto. Abbandonato lì, a se stesso.

Una scena abbastanza triste, non credete? Si, dico, una scena triste se pensiamo che la vita è un dono ed un’opportunità, e noi ce la sputtaniamo alla roulette russa. Solo che abbiamo pienato il caricatore di proiettili, perché manco sappiamo come funziona la roulette russa. Così ogni volta che spariamo BOOOOM, ci facciamo male. Inevitabilmente.

Io non so perché non ce ne frega più un cazzo di niente. Forse perché siamo semplicemente degli stronzi, il che spiegherebbe tante cose. Forse si, dovremmo accettare questa semplificazione: siamo degli stronzi che si fottono, a vicenda, cercando — con i propri comportamenti — di arrecare danno agli altri e a se stessi.

Ma si, siamo stronzi e basta. Alla fine questa storia finisce così: piove, ed il tendone da circo alla fine cede su se stesso. Un giorno un bulldozer cercherà di passarci sopra perché dovrà passare da lì un’autostrada. Un po’ come l’inizio di “Guida Galattica per Autostoppisti”, avete presente? Solo che lì non sono tutti stronzi come noi. Non ricordo neanche come va a finire. Finisce, vero? Cioè, è un libro che porta da qualche parte, giusto?

Ah si, ecco, ricordo. Poi su Google trovo anche la fine del libro: “Arthur Dent viene fortunatamente salvato dall’amico Ford Prefect, il quale è un alieno che proviene dalla nota stella Betelgeuse; viene salvato dall’amico trascinandolo con sé e facendolo salire in una delle astronavi demolitrici.”

Chissà cosa viene fuori se cerco “Come finisce la storia dell’Italia?”.

Boh, e che cazzo ne so, mica sono un mago, o Wanna Marchi.

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Filippo Giustini

Design strategist e farmer. Mi appassionano le storie e i sogni delle persone. Ogni tanto vado nel futuro, il resto del tempo lo passo a Marchisoro Farm.